Martedì, 05 Maggio 2015
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Grigio come il sangue

Grigio come il sangue

28 maggio 2015

Recensione di Emiliano Bezzon

Titolo: Grigio come il sangue
Autore: Lorena Lusetti
Editore: Damster
Data di Pubblicazione: Ottobre 2014

Di morti in questo romanzo ce ne sono un sacco, tanto che credo di aver perso anche il conto, tra quelli su cui la protagonista indaga e quelli che sono ammazzati durante le indagini. Davvero tanti e tutti morti in maniera insolita, ironica, quasi irriverente: chi volando dal terrazzo facendo stendendo il bucato, chi squarciato dal vetro delle bottiglie in cui stava mettendo il vino, chi restando chiuso nel localino attrezzi dell'ascensore... La protagonista del romanzo è Stella Spada, investigatore privato talmente improbabile da essere credibile che, nell' incipit del libro, esce dal coma e torna faticosamente alla sua vita familiare (disastrosa) e professionale (peggio che disastrosa). Attorno a lei gravita una serie di personaggi: l'amica Alda con il cane Filippo, il barista Benito, il commissario Marconi, il marito Pietro, il figlio Simone...per parlare solo di quelli reali, cui si aggiungono uno o due fantasmi (o angeli custodi?). Il romanzo poi è pieno di odori e di cibi: in entrambi i casi non si tratta di esperienze gradevoli; sono odori di ambienti e di persone e sono cibi poco invitanti, come quelli fatti con gli ortaggi cresciuti al margine dell'autostrada, vicino alla discarica o ai piedi della massicciata ferroviaria dell'alta velocità, dove cola il liquame delle ritirate. E poi c'è Bologna (ma potrebbe essere anche un'altra città) con i contrasti tra i negozi e bar del centro e i casermoni popolari delle periferie, dove la legge non si permette nemmeno di affacciarsi, lasciando il campo libero alle solitudini di anziani e ragazzini, e alle regole della violenza o della follia. Stella Spada non è propriamente una grande investigatrice, soprattutto dopo essere stata in coma e dover convivere con una ferita chirurgica che si riapre con la stessa facilità di una scatola di sardine, costretta a vivere in un precario equilibrio affettivo e con una coscienza quasi materiale che non le da tregua. Nonostante il diluvio di morti ammazzati tra le righe del libro, si trova spesso lo spunto per un sorriso o, addirittura una risata. È il punto di forza di una scrittura che non si lascia piegare completamente alle regole del romanzo noir (pur avendone tutte le caratteristiche), cercando di lasciare, comunque, sempre uno spazio all'ironia, alla vitalità. Alla fine del libro ci si chiede il perché di tutte quelle morti, certo non sgradevoli e truculente, ma pur sempre morti. La mia risposta, forse paradossale, è che questo romanzo ha una valenza catartica, di esaltazione della bellezza della vita attraverso la presa in giro e il dileggio della morte. Solo così posso spiegarmi tanti e tali delitti e solo così riesco anche a dare una ragione alla facilità con cui si muore tra queste pagine, mentre è cosi difficile coltivare gli affetti e tenere unita una famiglia. Siccome questo è il terzo romanzo di una serie che ha per protagonista Stella Spada, io non posso trattenere il desiderio di leggere anche gli altri due.


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