LA NONA INDAGINE DELL'INVESTIGATRICE STELLA SPADA!

Stella Spada viene convocata da un anziano e ricco signore molto malato che le chiede di prendere informazioni sul nipote adolescente. È il suo unico discendente, per lui è quindi molto importante tenere sotto controllo il futuro erede delle sue ingenti sostanze. Intanto a Bologna un serial killer miete vittime tra i ragazzi trapassandoli con una spada, percorrendo la città di notte nascosto sotto un saio da monaco. Gli inquirenti non hanno trovato nessuna pista investigativa interessante e il commissario Daviddi chiede aiuto, ufficiosamente, a Stella Spada. Sullo sfondo Bologna e uno dei suoi misteri più strani e controversi: un lungo tunnel di costruzione etrusca.

Un morto di troppo

Dettagli prodotto

  • Copertina flessibile: 230 pagine
  • Prezzo copertina: 15,00
  • Editore: Damster
  • ISBN-13: 978-88-6810-498-6

 


Prologo

La ragazza si sfrega gli occhi, sono rossi e bruciano per le molte ore di concentrazione. Si accorge di avere bisogno di andare in bagno, dopo tanta immobilità. Si guarda allo specchio, la pelle è bianca e opaca, dovrebbe condurre una vita più sana, lo sa bene: attività sportiva, stare all’aria aperta, frequentare gente, ma per quello c’è sempre tempo. È convinta di poter cambiare vita in qualsiasi momento, se solo lo volesse. Solo che non vuole. Jessica si dà qualche goccia di collirio, dopo l’iniziale bruciore si sente subito meglio.
E quindi? Cosa c’è di male? In fondo tutti abbiamo le nostre droghe alle quali facciamo fatica a rinunciare. Si è alzata da quella sedia solo da pochi minuti e già le manca.
Ha un appuntamento, deve uscire di casa per forza. I patti sono patti e lei ha dato la sua parola. Deve incontrarsi con qualcuno. Guarda fuori dalla finestra, è notte fonda. Non si era resa conto che fosse già così tardi, quando è concentrata nella sua attività il tempo non esiste più.
Si trucca, si veste, mangia al volo un paio di merendine molto caloriche, da quanto tempo non fa un pasto normale? Anche per quello c’è tempo, lei è molto giovane, mangerà le minestrine come i vecchi quando sarà il momento.
Si veste in assetto da jogging, nessuno fa caso a una persona che corre per strada con le cuffie nelle orecchie. Tutti corrono, magari non alle tre di notte, però le persone fanno ginnastica quando possono, forse a causa dei turni di lavoro, non è così impossibile in fondo.
Con un trucco leggero, vestiti sportivi, i capelli tirati indietro e legati a coda di cavallo, sembra proprio quella che è, una graziosa ragazza con tutta la vita davanti.
Ma la vita la delude, non sa come spiegare e come placare il malessere che sente perennemente nello stomaco, quel senso di inadeguatezza e di insoddisfazione. Solo buttandosi nella sua passione si sente bene, si sente viva, realizzata, forte. Al solo pensiero ne ha già nostalgia, vorrebbe rimettersi gli abiti da casa, sedersi e ritornare a immergersi nel suo mondo.
Però ha promesso che ci sarà e manterrà il suo impegno. Afferra le chiavi ed esce, se tutto va bene tra poco sarà di nuovo di ritorno e potrà riprendere la sua attività preferita.
Jessica scende le scale in fretta, fa un po’ di riscaldamento per riattivare la circolazione poi parte con una leggera corsa verso il centro di Bologna. Caspita com’è bella la città deserta, le vie sembrano più grandi, si notano dettagli che in mezzo alla gente, le auto, i bus non vedresti mai. Come quel fregio in un antico palazzo, per esempio, come una elaborata cancellata in ferro che nasconde un rigoglioso giardino, come le edicole dove immagini della Madonna si vedono appena alla luce di ceri votivi, come quei graffiti sui muri, che ad un occhio distratto possono sembrare scarabocchi.
Correre le fa bene, scioglie i muscoli, allarga i polmoni, l’ossigeno che circola più copioso nel suo sangue le dà un’ebbrezza sconosciuta, un senso di benessere. Si sente davvero in forma, prova piacere nel movimento; chissà, forse potrebbe farlo ancora, se solo riuscisse a staccarsi dalla sua dipendenza. I muscoli si sciolgono e tutto comincia a sembrare possibile. Un passo alla volta si può fare qualsiasi cosa, non bisogna avere fretta, i cambiamenti si fanno per gradi. Oggi una corsetta, domani un’altra e magari può capitare che ci prenda gusto e abbandoni il buio della sua camera.
È con questi pensieri positivi che si avvicina al punto dell’incontro. Procede per via Ugo Bassi, poi per via San Felice, all’incrocio volta a destra e arriva in Via Otto Colonne. Lì deve incontrarlo. Non hanno molto da dirsi, si presenteranno, si stringeranno la mano, poi ciascuno per la sua strada.
Si ferma nel punto convenuto e guarda intorno: non è ancora arrivato. Ne approfitta per fare un po’ di corsetta sul posto, poi si appoggia al muro e fa stretching.
Intanto ha preso una decisione: deve diventare una buona abitudine, si propone di dedicare un’ora al giorno all’attività motoria.
Con la coda dell’occhio vede un’ombra, si volta e pare non esserci più. Poi ricompare, sembra scivolare lungo i muri come un fumo nero fino ad arrivare accanto a lei.
— Non sei come ti immaginavo — le dice l’ombra.
— Tu invece sì. Potresti anche uscire dal personaggio ogni tanto.
— Quale personaggio?
Un senso di inquietudine comincia ad avvolgerla. Si guarda intorno, a quell’ora non passa proprio nessuno per il vicolo.
— Comunque sia, non c’era bisogno che ci incontrassimo. Non fraintendermi, mi fa piacere conoscerti, dico solo che in fondo non abbiamo molto da dirci. Io mi chiamo Jessica — gli dice allungando la mano.
Lui non fa altrettanto.
— Volevo vederti per darti il tuo premio di consolazione.
— Oh, ma non dovevi.
— Dovevo invece.
Con rapidità estrae una spada lunga e sottile e senza indugio la pianta nello stomaco della ragazza. Jessica non ha fatto nemmeno in tempo a realizzare cosa stesse succedendo, l’improvviso dolore acuto le toglie il respiro, si porta le mani al ventre e si china a guardare il sangue che comincia a uscire copioso.
Uno sguardo stupito le si fissa sul viso. L’assassino rimane chinato su di lei a osservarla mentre a poco a poco le forze l’abbandonano, assieme all’anima.


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