Venerdì, 28 Dicembre 2018
Dal sito di Ester cecere

I romanzi noir di Lorena Lusetti

I romanzi noir di Lorena Lusetti

Ho letto i cinque romanzi noir di Lorena Lusetti: “L’ombra della Stella”, “Terra alla terra”, “Grigio come il sangue”, “L’orecchio del diavolo”, “I vasi di Ariosto”.
Una serie di romanzi che ha come protagonista Stella Spada, madre e moglie esemplare nonché tranquilla segretaria d’azienda, che sovverte la sua vita, trasformandosi in un’investigatrice sui generis, una sorta di super eroina che, oltre a condurre le sue indagini, riporta la giustizia con metodi alquanto discutibili, quando ritiene che non sia possibile ottenerla con i metodi convenzionali. 
Cosa ho “letto” in questi romanzi, al di là della trama. 
Prima di tutto, il conflitto interiore di una donna che, a un certo momento della sua vita, si scopre diversa da quella che è sempre stata e che credeva di essere. Scopre di avere una doppia personalità; scopre una Stella Spada spregiudicata, senza scrupoli, che raggiunge i suoi obiettivi anche con metodi illeciti. Una Stella Spada che non riesce a tenere bada, che la spaventa. Attraverso la sua protagonista, l’Autrice induce, quindi, una riflessione: a chi non è mai capitato di scoprire un altro da sè, un altro che non conosciamo, che ci sorprende, ci disorienta, ci turba? 
E tuttavia, sorprendentemente, Stella Spada ha una grande umanità, che la porta a rifiutare la sudata parcella, pur essendo sempre in bolletta, per non rivelare al committente il risultato delle sue indagini perché consapevole di dargli un dolore insopportabile.
Ho letto, in questi romanzi, il grande amore dell’autrice per la sua Bologna, dove tutte le vicende sono ambientate; la Bologna dei portici, dei vicoli medievali, dei mattoni rossi, delle tegole embricate, del santuario della Madonna di San Luca che la sovrasta. Una Bologna che ama quando è immersa nella nebbia che bagna e che gela, quando è soffocata dallo smog, quando le arridono squarci d’azzurro fra le stradine, quando il sole la illumina come una benedizione. Una Bologna che ho imparato ad amare anch’io, nonostante la mia avversione per i portici che mi sottraggono la vista del cielo!
In ultimo, ma assolutamente non ultimo per importanza, in Stella Spada, che teme per l’incolumità di suo figlio quando, a causa della sua professione, viene a contatto con gli orrori, le nefandezze di cui sono capaci gli esseri umani, c’è la Lorena Lusetti madre. Una madre tenera, dolce, che porta con sé, ovunque, “l’odore del figlio”; una madre che, come tante madri attente, ricorda con commozione momenti dell’infanzia del suo piccolo, occasioni e piccoli gesti quotidiani propri e unici del loro vissuto. Una madre che riconosce che i figli sono una forza straordinaria, in grado di sovvertire il mondo, anche e soprattutto quello interiore, quando scrive: “E’ questo che mi spinge a lottare per sopravvivere. Non sono io che gli ho dato la vita, è lui che l’ha data a me” (in “Terra alla terra”, pag.191). Parole intense, pregne di significato esistenziale. Ecco un altro messaggio dell’Autrice: quale madre, almeno una volta nella vita, non è uscita dal baratro di un dolore inenarrabile, dalla tenebre di una profonda depressione perché doveva occuparsi dei suoi figli, perché non poteva far mancare loro il suo sostegno non solo materiale?
La narrazione è semplice, scorrevole, intrisa di una sottile ironia quasi inglese, un’ironia che fa sorridere spesso, che spinge il lettore a continuare la lettura per il piacere di leggere e non solo per “sapere come va a finire”. Stella Spada non si “prende sul serio”. Forse non lo fa neanche l’Autrice?
Romanzi che ho letto uno dietro l’altro, con piacere, rivedendo spesso il sorriso malizioso di Lorena Lusetti che ho il privilegio di conoscere personalmente.


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