Domenica, 28 Maggio 2023
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Un morto di troppo di Lorena Lusetti di Vincenzo Mazzaccaro

Un morto di troppo di Lorena Lusetti di Vincenzo Mazzaccaro

Damster edizioni, 2023 - Nona indagine dell’investigatrice privata Stella Spada, che tante soddisfazioni ha dato a chi l’ha creata e scritta. In più in questo "giallo" anomalo, la città di Bologna ha un ruolo essenziale negli sviluppi giudiziari della Spada.

Vincenzo Mazzaccaro

I libri di Lorena Lusetti sono una garanzia. Non solo perché da tempo le si chiede di continuare le vicende giudiziarie e private dell’investigatrice privata Stella Spada, ma perché raramente sono inquadrabili solo nella letteratura di genere.


Di quest’ultimo, Un morto di troppo (Damster, 2023), si potrebbe dire che è un noir per la presenza di più morti a causa di un serial killer, ma soprattutto un giallo, perché la scrittrice parte sempre da indizi, in questo caso dalle lettere dell’alfabetico ebraico.
E in più come protagonista assoluta la città di Bologna, non solo intrecciata alle vicende "mozzafiato", ma come in questo giallo c’è la descrizione della Bologna sotterranea, cunicoli e porte segrete che furono costruite dal popolo misterioso degli Etruschi.

A chi scrive la prima parte ha ricordato molto un’altra investigatrice privata, Giorgia Cantini, della veterana della letteratura di genere, divenuta poi scrittrice a tutto tondo, Grazia Verasani.

Certo che questa somiglianza è diventata nel tempo sempre più labile e superata, ora la Spada segue casi difficili di mogli che vorrebbero vedere i loro mariti tracollare, addirittura li vorrebbero morti, oppure troviamo un ricco signore che si rivolge all’agenzia investigativa perché sta molto male e prima della fine vorrebbe capire che tipo è suo nipote, il ragazzo adolescente che erediterà tutte le sue fortune, che però conosce poco.

Queste sono le vicende che attraggono l’interesse di Stella Spada, che ha sempre bisogno di soldi per mantenere in vita l’agenzia e poi ha come compagno di lavoro uno stagista capace e bravo, di nome Giacomo, che non viene assolutamente pagato e le loro discussioni, se non proprio litigi, sono molto divertenti.


La donna ha un ex marito e un figlio sui diciotto anni che ha preferito restare col padre e chiama la madre col nome di battesimo. Per inciso l’autrice, per rispetto verso i nuovi lettori, inizia da capo, ogni suo libro con la frase “Mi chiamo Stella Spada”, per sottolineare che per godere dello scritto non c’è bisogno di aver letto i precedenti otto libri della Lusetti.

In Un morto di troppo una parvenza di noir c’è, perché troviamo un serial killer, in quel momento a Bologna, che ha ucciso già quattro giovani, ragazzi e ragazze, con una affilata katana, una spada che ti trapassa e ti lascia inerme immediatamente per la quantità di sangue che fuoriesce dalla ferita.


Il commissario di polizia Delia Daviddi contatta Stella e le intima di trovare il serial killer o quantomeno qualcosa sulle sue abitudini, sennò può dire addio alla sua polverosa agenzia, perché avrebbe le motivazioni per mettere in croce l’investigatrice.

La Lusetti insiste sulla poca moralità di Stella che ha già ucciso in passato e ora è diventata una persona ricattabile. Una cosa atroce, che spesso la porta a essere decisamente depressa. Se non ci fosse la sua cagnetta Leila, che ha avuto come regalo non gradito in una scorsa investigazione. Voleva portarla al canile, poi per pigrizia non ci è mai andata e ora la adora anche se la fa impazzire, perché la mattina non riesce mai ad aspettare che Stella si svegli e fa i suoi bisogni in casa. Ma ora non riesce nemmeno a dirlo a sé stessa quanto sia importante la sua presenza, e poi è anche utile negli appostamenti. Una donna che sta ore in un posto è una che si fa notare, mentre una con una cagnetta dietro sta fuori casa per farla uscire e giocare con lei.

Nel frattempo lo stagista Giacomo ha scoperto che Francesco, il nipote dell’uomo ricco e morente, passa un sacco di tempo su un gioco chiamato Killers.3, che ha una risoluzione pazzesca e sembra in film a tutti gli effetti, ha come scopo quello di scegliere un secolo e poi lì, uccidere nemici a profusione. Stella resta basita dalla quantità incredibile di giochi raffinati per stile e ambientazioni, che sono sul mercato, tutti orpelli che servono a poco, perché poi di questi giochi la cosa più importante è quella di uccidere più persone possibili e superare il livello. Adolescenti che passano ore a giocare con altri coetanei sconosciuti, sempre sia ragazzi che ragazze, che parlano anche tra di loro, chattano, ma in realtà sono totalmente egoriferiti e quando inizia il gioco, non c’è più motivo di parlare.

A scriverlo così sembra tutto mortificante e noioso: la ricattabilità di Stella, serial killer che si divertono a uccidere giovani adolescenti, mogli che vogliono vedere il marito morto. Ma in realtà la scrittura di Lorena Lusetti è scintillante, ironica, viva, divertente anche in momenti che non lo sono affatto. In realtà la capacità di assorbire tutto che è un principio precipuo della letteratura di genere, a contatto con un’autrice divertita che legge di tutto, trasforma un giallo a tinte noir in qualcosa di grande appeal, che conforta e fa sorridere. Gli eventuali problemi morali che ci sono, vengono annacquati, sostanzialmente perché non è questo un libro adatto per approfondire questioni filosofiche.

Pubblicato il 28-05-2023

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